Citazione

“Ciò che è realmente inquietante non è che il mondo si trasformi in un completo dominio della tecnica. Di gran lunga più inquietante è che l’uomo non sia affatto preparato a questo radicale mutamento del mondo. Di gran lunga più inquietante è che non siamo ancora capaci di raggiungere, attraverso un pensiero meditante, un confronto adeguato con ciò che sta realmente emergendo nella nostra epoca.” (Heidegger)

domenica 27 novembre 2005

PRO ANA: TRA ANORESSIA E FILOSOFIA

di Agostino Giovannini

I Disturbi del Comportamento Alimentare hanno un'incidenza molto elevata nelle fasce giovanili della nostra popolazione. Secondo l’ultimo rapporto Eurispes, oltre 2 milioni di ragazzi e ragazze in Italia, tra i 12 e i 25 anni soffrono di un Disturbo del Comportamento Alimentare conclamato: la diagnosi spesso avviene tardivamente, anche dopo 6/7 anni dall’esordio, solitamente sulla spinta di sintomi fisico-psichici che impediscono il perpetuare di quello che poteva essere stato un equilibrio di patologia, seppure malsano.
Per Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA) si intende una situazione in cui il rapporto con il proprio corpo e con il cibo viene alterato, in maniera tale da dominare in maniera anomala e ossessiva tutte le azioni della propria giornata.

I DCA più conosciuti sono Anoressia e Bulimia, e secondo i dati del Ministero della Salute l’insorgere di nuovi casi di anoressia è al momento stabilizzato su una media di 6 nuovi casi ogni 100.000 abitanti, mentre è in crescita l’incidenza della bulimia nervosa, circa 12 nuovi casi ogni 100.000 abitanti. Secondo questi dati insorgerebbero in Italia oltre 9.000 nuovi casi all’anno, prevalentemente nella fascia di età 12 - 25 anni.
Per quanto i dati epidemiologici siano così rilevanti, nella nostra società i DCA sono ancora poco considerati dall’opinione pubblica e queste persone riescono spesso a passare inosservate o vengono sottovalutate nei loro comportamenti. Anche all’interno delle stesse famiglie di chi manifesta queste problematiche molto spesso il problema viene sottovalutato: a volte ciò succede per mancanza di informazioni su questi disturbi, a volte le persone coinvolte possono essere impaurite da questa forma di disagio, sempre per mancanza d’informazione o per stigmatizzazione della malattia, per paura di essere colpevolizzati dell'insorgenza della malattia della figlia o del figlio. Tale “incuranza”, più o meno volontaria, contribuisce a far sì che la persona che manifesta DCA spesso non chieda aiuto o lo faccia dopo molto tempo dall’insorgenza della malattia.

La bulimia, e alle volte l’anoressia, sono accomunate anche da una condizione di segretezza: una situazione permanente, in cui molti dei loro sforzi sono rivolti alla riservatezza, e alla protezione del loro sintomo. Come in una sorta di dipendenza, sia il rifiuto del cibo che l'assoluta ingordigia e tutti meccanismi compensativi utilizzati diventano i loro più potenti alleati così che le stesse persone affette da DCA li custodiscono come tesori, anche perché spesso non riescono a vedere la loro vita futura e presente senza la presenza dei loro sintomi.

In contrapposizione, al meccanismo difensivo della patologia, vi è una società, come ho già detto, spesso non ben consapevole delle reali cause e risvolti di questi disturbi, che di conseguenza finisce per concentrare la sua attenzione solo sull’aspetto più evidente, in realtà mero sintomo di questo enorme disagio, e cioè il rapporto di queste persone con il cibo.
In questa situazione di non comprensione, l’ambiente che le circonda può a volte divenire, per le stesse, inquisitorio (“Hai mangiato tutto oggi!?!”) e stigmatizzante (“Sei solo una bambina capricciosa che si rifiuta di mangiare!").

Nonostante sia troppo semplicistico partire da un tale discorso per indicare cosa sono i siti Web pro anoressia, è certo che con la loro presenza ci giunge un duplice messaggio, conseguenza della situazione sopra brevemente illustrata: da una parte i siti pro anoressia sono la sfida narcisistica di queste persone nei confronti del mondo, e la loro voglia di alimentare e celebrare la loro dipendenza dal sintomo; dall’altra possono rappresentare il loro grido di bisogno al mondo, un bisogno di relazioni e di poter parlare sempre e comunque, bisogno che le persone affette da queste patologie non ritengono in grado di espletare in una società spesso in grado di non capire e accogliere.


Tesi e Ricerca

Su questo nuovo fenomeno emergente, il Pro Ana nel Web, importato già da qualche anno dopo la sua insorgenza in altri stati come USA e Inghilterra, si è incentrato il mio lavoro di tesista dell’Università degli Studi di Parma (relatore: prof. Flavio Bonfà) e un lavoro di ricerca nel campo clinico che ho svolto per l’Ausl di Reggio Emilia, sotto la direzione e supervisione del prof. Umberto Nizzoli (Direttore del Programma Aziendale Salute Mentale e Dipendenze Patologiche).

Questa ricerca è stata effettuata attraverso il coinvolgimento di persone con disturbi DCA in carico al Sistema DCA dell’AUSL di Reggio Emilia, dei loro familiari e degli operatori che si occupano di queste patologie in Italia, cercando di fornire una prima fotografia, a livello qualitativo, del rapporto tra Internet e persone con DCA, con particolare attenzione alla frequentazione dei siti Pro Anoressia. I dati emersi in un anno di attività di ricerca saranno resi pubblici in un documento redatto dal PASM (P
rogramma per la Salute Mentale e per le Dipendenze Patologiche) dell’Ausl di Reggio Emilia, di carattere informativo/formativo, per tutti gli operatori sanitari interessati.

I Siti Web Pro Anoressia

Tralasciando però, ora, sia i dati scientifici che le possibili ipotesi scatenanti il nuovo fenomeno affrontiamo il tema del sito Web Pro Anoressia: i siti Pro Anoressia non risultano essere altro che uno spazio libero, dove persone sofferenti di un grave disturbo si concedono di parlare con enfasi, anche fanatica, di quello che loro stesse vedono come cardine della loro vita: il tirannico problema del loro rapporto con il cibo e con il proprio corpo.
I siti Web Pro Anoressia italiani, ma non solo, si sviluppano in due categoria parallele: il Blog e il Forum.

La prima tipologia, più di carattere pubblico, si manifesta con l'utilizzo di Blog Internet (spazi Web che si determinano in diari on-line) dove le persone che li hanno creati inseriscono, quasi giornalmente, il loro diario del disturbo alimentare e i loro obbiettivi; del tutto incentrate sul rapporto cibo-peso (ma forse sarebbe più adatto definirlo un rapporto di cibo-bilancia), le discussioni inserite trattano dei loro obiettivi di dimagrimento assoluto e di distacco da un biologico bisogno del cibo. Questi spazi Web sono facilmente trovabili in tutto il mondo di Internet - sia in inglese, sia in italiano che in altre lingue -, talmente facili da reperire da lasciare intendere un desiderio eccessivo, di chi li redige, di manifestare la propria condizione di devianza sociale quasi urlandolo al mondo, tramite i nuovi linguaggi tecnologici.

Una seconda categoria, più pericolosa, è la forma del Forum privato. Disseminati nel Web si può incappare, spesso per caso, in Forum privati (gruppi di discussione on-line) che si autodefiniscono Pro-Ana, e che invitano ad entrare solo le persone che, come loro, condividono una filosofia di magrezza assoluta: la loro filosofia di Ana.

Di grande importanza è il fattore nominativo che viene dato alle contrapposte malattia e filosofia. L'anoressia viene semi-definita con una malattia a tutti gli effetti, mentre il termine Ana riveste una filosofia di vita, che nulla ha a che vedere con uno stato patologico come l’Anoressia. Per quanto all'interno delle discussioni il termine anoressia sia poi in realtà ricorrente come il loro obiettivo ultimo, e solo esso degno di interesse, manifestano, con questo tentativo di opposizioni, un desiderio di non essere etichettate come malate; virando, però, verso una pericolosissima forma di etichettamento, opposto, che vede la formazione di un'identità che non s'identifica più sulla persona, più o meno disagiata, ma sulla condotta anoressica in una sorta di gruppo esclusivo.

Proprio sulla scia di questo vediamo, a conferma, il dilagare di un altro inquietante fenomeno: la compra-vendita dei braccialetti distintivi di Ana. Proprio come se fossero membri di una setta segreta, o di una elite privilegiata, i componenti di questi gruppi hanno adottato un loro segno di riconoscimento che si concretizza in un braccialetto: di colore rosso per definire l'anoressia, e uno blu per definire la bulimia, entrambi composti da una farfallina, ed entrambi da portare sul braccio sinistro e da esibire, nel caso si incontri una persona altrettanto provvista di braccialetto che condivide la stessa filosofia; il tutto, quasi, per potersi così elevare ad adepti della filosofia di Ana.

I forum Pro Ana non sono facilmente reperibili, può essere infatti auspicabile che il miglior modo per poterli trovare, nell'innovativo e virtuale mondo del Web, sia il ben più antico metodo del passa parola. Non deve lasciare perplessi questa situazione: chi frequenta questi siti rifiuta una definizione di "malato" o "malata", e quindi un indirizzo alle terapie, ma cerca di perpetrare e favorire, invece, la definizione di un concetto di identità anoressica: in virtù di ciò avviene che di fronte ad altre persone con lo stesso disturbo esse si possano scambiare consigli su come meglio perpetuare la condotta anche indicando l'esistenza di questi siti Web, e la modalità per reperirli e successivamente aderirvi.

Ed alla fin fine è proprio questo ciò che accade nei forum Pro Anoressia: lo scambiarsi consigli e spalleggiarsi nella malattia. Questi siti Web sono infatti composti da una severa selezione che permette, o nega, l'accesso a chi desideri partecipare; ma una volta dentro, ci troviamo quasi spaesati tra la molteplicità di materiali incentivanti l'anoressia, come classiche foto di modelle scheletriche, e come invece più inquietanti e innovativi documenti, tipo i 10 comandamenti dell'anoressia, il credo Ana, i motivi per non mangiare e anche i consigli su come vomitare meglio (ecc.). Oltre a tutto questo è regola implicita che le molteplici partecipanti (l'utilizzo del termine femminile è quasi d'obbligo, in quanto la presenza maschile in questi siti è in un rapporto dell'1-2%) intavolino discussioni con il preciso obiettivo di sostenersi ed aiutarsi a vicenda, sia nel nascondere al loro mondo socio-famigliare il loro disturbo, sia in una ennesima preoccupante caratteristica dei loro desideri: il passaggio da una condizione di bulimia, a quella che loro definiscono come più elevata, condizione di anoressia.

La nostra preoccupazione verso questi siti, là dove possiamo supporre senza avere allo stato attuale nessuna prova che lo confermi, è che la frequentazione di questi blog o forum da parte di adolescenti che manifestano forme di disagio passeggero, legate anche alla difficile età, possa contribuire ad incentivare in loro una forma di cronicizzazione del disturbo e alla formazione di un’identità personale conseguente a una identità di gruppo di carattere bulimico-anoressico.Possiamo, infatti, annotare come in questi forum non ci sia un preciso limite di età: possono aderire ragazze di 14 anni esattamente come donne di 40 anni, con marito e figli inconsapevoli del loro disagio.Infine, ho rilevato che la rigenerazione di questi siti Web è estremamente veloce, anche dopo la soppressione, così da rendere la repressione una mossa quasi inefficace.Per concludere possiamo forse, in questo nuovo fenomeno, leggere più cose: la velocità con cui il mondo cambia e i nuovi linguaggi tecnologici non consentono la fermezza e la conservazione integrale dei metodi di approccio classici, ma viene richiesto implicitamente, da parte dell’utenza, un continuo aggiornamento sul livello, sia della consapevolezza, sia dell’offerta di modelli operativi sempre più evoluti, anche per comprendere meglio come i Disturbi Psicologici, o disagi, cambino sia nella forma che nella manifestazione del sintomo, stando loro stessi, per primi, al passo coi tempi.




venerdì 21 ottobre 2005

intervista - Vanity Fair

I siti pro ana,
di Mariangela Mianiti

Venity Fair “Quando la mente controlla i tuo corpo, le tue emozioni… è l’inizio della ricerca di una felicità malvagia e oscura ke però mi piace… mi piace soffrire per raggiungere prima o poi la felicità… spero”. Il suo motto è LikeABone, si firma Wannabeskinny, ma è italiana. E’ una delle tante ragazze che visitano siti Pro- Ana e hanno creato un blog, pagine personali dove poter incontrare altre come loro. Loro sono le nuove anoressiche, quelle che si nascondono e nel contempo cercano visibilità, giovani e giovanissime donne, a volte poco più che bambine, che non si dichiarano anoressiche ma Ana, che considerano la anoressia una patologia e Ana la sua antitesi. La differenza è sottile, ma pericolosa. Le Ana non si ritengono malate e nemmeno anoressiche, ma seguaci di un credo, di una filosofia. Perseguono un ideale; all’inizio è il desiderio di essere magre come le modelle, poi entrano in un delirio di dominio sul corpo. Si sentono una casta da cui escludono le altre, le taglie dalla 42 in su, le “balene” come le chiamano loro, si sentono distanti dalle altre e superiori anche alle bulimiche. Su internet, non è raro incontrare bulimiche che chiedono aiuto a ragazze ana per dimagrire. Un esempio: “Vi prego mi serve il vostro supporto, qualcuno che mi aiuti a non mollare, qualcuno che mi aiuti a raggiungere il corpo che sogno”. Sara le risponde: “E’ da poco che sono pro ana, sto tentando di fare fasting (digiuno) ma non riesco sempre… un po’ x le cene da amici un po’ xkè mi vengono dei mal di testa impressionanti… a te come va invece?”. Una risposta: “Ciao, anch’io sono agli esordi ed è davvero difficile… se vuoi ci possiamo dare una mano a vicenda”.--br--


Dei siti Pro Ana si è cominciato a parlare negli Stati Uniti circa cinque anni fa e subito è stato allarme, tanto è vero che molti sono stati chiusi. Ma è come tagliare una testa a un’idra, ne ricrescono altre sette. Da noi il fenomeno è recente e se ne sa poco. Agostino Giovannini, 25enne laureando in sociologia presso l’università di Parma, ha impostato la sua tesi proprio su questi siti. Ci ha lavorato un anno, incentivato anche dal dottor Umberto Nizzoli responsabile dell’usl e direttore del Sert di Reggio Emilia, un medico sensibile a tutti i fenomeni di dipendenza vecchi e nuovi e che gli ha commissionato una ricerca.


Giovannini, appassionato di internet, ha trovato decine di siti italiani Pro-Ana, alcuni dichiarati altri inconsapevoli perché magari parlano di salute, benessere, diete e quant’altro. Le pro ana si infilano nei forum, si cercano, si riconoscono, fanno gruppo. In un sito per teenagers che parla di amore, sesso, relazioni, moda, scuola, ogni sezione ha un forum. Entro in quello di alimentazione sportiva e sotto un titolo che dice “Io sono Pro-Ana” mi trovo in mezzo a dichiarazioni di questo genere: “Ciò che conta è essere magri, è triste come cosa ma è inutile nascondersi dietro moralismi… è così… purtroppo e ingiustamente è così”. Il dibattito si avvia. C’è chi scrive: “Io palleggio tra la bulimia e l’anoressia da tre anni”; e chi dà consigli come: “per dimagrire devi mangiare a ogni pasto poco e bene, bere molto e fare del movimento fisico. Così io ho perso 7 kg in 14 giorni” . Poi entra una visitatrice che mette in guardia dai pericoli, dice che è stata anoressica per cinque anni, esorta le altre a mettersi in discussione e scatena reazioni feroci come: “Senti ti togli di mezzo per favore nessuna ti ha interpellata!!!”. Molte implorano di segnalare siti Pro- Ana, chiedono disperatamente di entrare in contatto con altre adepte.


“Sono i forum il loro luogo di incontro privilegiato”, dice Giovannini “ma è difficilissimo entrare in contatto diretto con queste ragazze, ancor più difficile è conquistare la loro fiducia. Sono diffidenti, fanno molte domande, prima di confidarsi sottopongono la nuova arrivata a una sorta di test per capire se può entrare nel gruppo. Si scambiano mail, indirizzi blog, numeri di telefono A volte spariscono all’improvviso. Basta una frase, una parola che le insospettisce e il contatto è perso”.
Negli Stati Uniti i siti sono molto espliciti. Nei forum e nei blog le Pro-Ana si descrivono, raccontano nei dettagli la giornata, che cosa hanno mangiato ma soprattutto che cosa hanno fatto per non mangiare e perdere peso. Sono orgogliose di resistere, disprezzano quelle che non ce la fanno. Salvo poi cercare conforto e ascolto quando stanno male, quando sono in crisi, quando mangiano. Scrivono molto, amano raccontare i particolari dei propri gesti, le sensazioni, i pensieri. Sono ossessionate dal loro credo. Tessono una ragnatela, catturano adepte concedendo particolari e consigli. Leggerli è come farsi ipnotizzare, si sente che si scivola in un mondo altro dove conta quante volte si è riuscite a eliminare tutto ciò che si è ingerito, quanto ci si è purgate, quanto si è resistito a bere acqua piuttosto che a mangiare un craker. Si danno anche consigli su come non destare sospetti, il primo fra i quali è “Comportati come se non sapessi assolutamente niente di diete e di peso”. Si scambiano foto di donne famose: ho visto Cameron Diaz, Clarissa Flokhart, Kate Moss, ma anche immagini personali, o foto di modelle non note con scritto accanto: “Una delle mie ispiratrici”.


Scrivere maggiori dettagli si potrebbe, ma si è di fronte a una scelta e a un appello. I medici, gli psicologi e gli studiosi che curano i DCA (disturbi del comportamento alimentare) chiedono di non svelare troppi particolari per evitare di diffondere una moda e conoscenze dannose. Giovannini, nella sua ricerca ha trovato anche i dieci comandamenti delle Pro-Ana i primi due dei quali dicono: 1) Non essere magri vuol dire non essere attraenti; 2) Essere magri è molto più importante che essere sani.
Da qui si capisce che la molla che fa scattare tutto è il desiderio di piacere, di essere guardate, alla moda, desiderate. Si rendono invisibili per essere visibili. In un forum di un sito italiano una si dispera scrivendo: “Devo essere magra! Ho un sogno da tanti anni! VOGLIO FARE LA MODELLA ma col fisico che ho… 55kg. X 1.66. Voglio perdere almeno 5 kg se non di più. Ci ho provato in tutti i modi tranne uno! Questo è l’uniko che mi è rimasto”. Un’altra risponde: “Ci sono stati tempi che andavo a smaltire 2 carote … perché mi sentivo in colpa di averle mangiate... cmq penso che il nostro problema di fondo sia lo stesso, anche io ero molto grassa e cosi' sono dimagrita...non e' stato facile e ora ho paura che fare una vita normale mi faccia riprendere tutto con gli interessi. non sopporterei il dolore di ritornare grassa dopo tutto quello che ho passato...”. Quando riescono a digiunare a lungo, si esaltano e si scrivono, per esempio: “10 gg… record, di solito dopo 5 gg correvo a mangiare anke stavolta è successo, anzi 2… ma ho vomitato… spero solo che mia madre non se ne accorga; in realtà mangio solo un po’ di minestrone e due prugne mignon… eppure a me sembra di mangiare tantissimo. Stamattina ho fatto 30 min di cyclette ma dopo un bikkiere d’acqua i 3 etti persi sn stati ripresi.. e in + lo stomaco brontola. Ieri, ciliegina sulla torta, una mi fa “ke bel visino ke hai, certo bisognerebbe perdere qualche kg e poi sei a posto”… l’avrei voluta buttare sotto un bus, come si xmette?”.


Le statistiche dicono che l’anoressia sta coinvolgendo ragazze sempre più giovani, quasi bambine. E i siti sono lì, a disposizione di tutti. “La maggioranza delle ragazze che frequentano i siti Pro-Ana sembra siano minorenni. Se soffrono di semplici disturbi alimentari passeggeri legati all’età, incontrare altre ragazze che le incoraggiano può essere molto dannoso”, dice Giovannini. E se incontrano una Buddy, un’amica virtuale che le introduce in questo gioco, il rischio è che dimagrire diventi l’unico scopo della loro vita. A volte per entrare nella setta, perché di qualcosa di simile si tratta, non serve il web perché ci sono altri segnali. Giovannini racconta che l’ultima mania, arrivata dagli Usa, è quella del braccialetto. Sono braccialetti colorati che solo le Pro- Ana riconoscono. Ne portano due di colore diverso, uno per polso, quello che indica l’anoressia a sinistra, l’altro a destra. Se incontrano un’altra ragazza con gli stessi bracciali, basta che una sposti quello di destra a sinistra e il messaggio è lanciato. Se l’altra fa lo stesso gesto vuol dire che è del gruppo e che a quel punto possono parlare liberamente. Per non sentirsi fare la morale, per non essere giudicate, per non farsi controllare e tanto meno curare. Tanto loro non sono, o meglio non si ritengono, malate.

Tratto da: http://www.scrittisumisura.it/archivio/VanityFair.php?id=64

mercoledì 27 luglio 2005

SITI PRO-ANORESSIA, UN FENOMENO CHE DILAGA NEL WEB

Viaggio nei disturbi del comportamento alimentare: dai risvolti psicologici alla problematicità nell'arginare il problema, per una sua reale soluzione, oltre la semplice repressione

Il mondo del Web è divenuto oggi una vera e propria riproduzione virtuale dell'effettivo mondo reale. Un mondo nel quale si può agire riguardo molti aspetti della vita, dallo shopping al tempo libero, dal lavoro alle relazioni interpersonali. Così, dopo il clamore ricorrente dei siti pedofili, ci troviamo ad affrontare un fenomeno affine, seppure non allo stesso modo illegale, che ha contagiato la rete: i siti Pro-Anoressia, o meglio definiti Pro-Ana.

Anoressia e Bulimia sono poco conosciute e spesso stigmatizzate; le persone che ne sono affette vivono con vergogna, ma talvolta con compiacimento, quelle che sono patologie gravi, meritevoli di cura e non di giudizi moralistici o di baldanza; quasi a procurarsi una soluzione autonoma, le persone anoressiche e bulimiche si riuniscono in spazi virtuali dove la censura e il senso di colpa sono alleggeriti da un sentimento di riconoscimento e accettazione. Sul Web si possono incontrare numerose richieste di aiuto rivolte da ragazze affette da Disturbi del Comportamento Alimentare, alla ricerca di persone con cui parlare ed essere "capite" anziché inquisite.
La maggior parte di questi spazi Web si è autodefinita come Pro-Ana (esistono anche siti Pro-Mia istituiti come siti Pro-Bulimia), dove il termine "Ana" rappresenta ciò che è in antitesi all’Anoressia: Anoressia come patologia, mentre Ana come Filosofia e aspirazione di vita, in cui la magrezza detiene l’assoluto potere e diventa obiettivo primario.
E' sufficiente una breve panoramica su alcuni di questi siti per appurare come le stesse creatrici dei gruppi (parlo al femminile in quanto la presenza maschile è ridotta all'1/2%) esasperino fino al fanatismo la condotta Anoressica o, più propriamente, la loro “Filosofia di Ana”, ricorrendo anche a materiali e slogan incentivanti il sintomo.

La particolarità di questi spazi Web è la velocità con la quale nascono, si chiudono e si riproducono velocemente e che ne rende inapplicabile un'eventuale restrizione / repressione da parte di chi si occupa della salute pubblica. Seppure incentivanti il sintomo, questi siti evidenziano l’importanza che rivestono, per le persone affette da Disturbi del Comportamento Alimentare, il bisogno di comprensione, la fame di relazioni, la paura del giudizio.

Agostino Giovannini

(tratto da RedAcon)

martedì 1 febbraio 2005

PRIMO ARTICOLO SCIENTIFICO PUBBLICATO -abstract


breve estratto del primo articolo scientifico pubblicato su Personalità/Dipendenze (Volume 10, fascicolo III, Dicembre 2004 - Mucchi Editore)

Siti PRO-ANORESSIA o PRO-ANA - Un fenomeno emergente e misconosciuto che dilaga nel Web

di Agostino Giovannini

Introduzione

Il mondo del Web, meglio conosciuto come il mondo di Internet, è divenuto oggi una vera e propria riproduzione virtuale dell’effettivo mondo reale. Un mondo nel quale si può agire riguardo molti aspetti della vita, dallo shopping al tempo libero, dal lavoro alle relazioni interpersonali. Non è infatti notizia nuova sapere che un buon numero di persone con ridotta vita sociale utilizzi Internet come unico contatto col mondo, creandosi una vita virtuale basata su amicizie e rapporti altrettanto tali.
Ma Internet non è solo questo. E’ anche uno spazio libero sul quale ognuno ha la possibilità di esporre le proprie idee al resto della società ad una velocità esorbitante e con infinite modalità.
In sostanza, è il più efficiente collegamento con il mondo intero del quale una persona può disporre.
Tuttavia internet non è tutto rose e fiori: è un universo parallelo, una dimensione adiacente alla nostra talmente vasta che un controllo di tutte le attività che vi si verificano diviene utopico.
Per questo può apparire tanto naturale quanto sconvolgente l’apprendere come il Web sia “terreno di semina” per chiunque voglia incoraggiare condotte devianti, raccogliendo adepti come fosse una setta religiosa.
Così, dopo il clamore ricorrente dei siti pedofili, ci troviamo ad affrontare un fenomeno affine, seppure non allo stesso modo illegale, che ha contagiato la rete:

i c.d. siti Pro-Anoressia, o meglio definiti dagli associati, siti Pro-Ana. (..)


Conclusioni

Dopo tali considerazioni risulta possibile ipotizzare, almeno potenzialmente, un atteggiamento repressivo nei riguardi del fenomeno, da parte degli operatori e delle persone coinvolte nella lotta ai Disturbi del Comportamento Alimentare. Ma una caratteristica peculiare dei siti Pro-Ana è data dal fatto che gli stessi gestori dei grandi portali che offrono lo spazio di apertura di questi siti, li sopprimano spesso, non gradendone il contenuto e le eventuali pubblicità; e proprio qui si denota come la repressione diviene inefficace poiché i gruppi (o siti Pro-Ana) vengono ricostruiti nuovamente altrove e con grande velocità. A tale proposito, ci si propone di evitare atteggiamenti repressivi, ma di promuovere un atteggiamento di educazione e confronto del fenomeno, per potere in futuro prevenire sia l’idealizzazione della loro creazione, sia l’idea di aderirvi da parte di altri soggetti affetti o meno da Disturbi del Comportamento Alimentare.


Riassunto

I siti Pro-Anoressia sono un fenomeno emergente e tuttora poco conosciuto anche dagli stessi operatori del settore DCA.
In tutto analoghi a gruppi devianti riuniscono in siti internet ragazze e ragazzi affetti da Disturbi del Comportamento Alimentare che non ne riconoscono una malattia, allo scopo di protrarre fino ad un pericoloso fanatismo la condotta patologica. Costituiti per lo più da forum ruotano la loro esistenza attorno a concetti come cibo e peso, discutendone assieme e incentivandosi a vicenda per raggiungere magrezze estreme e addirittura a rischio di serie compromissioni della salute. Aiutati inoltre dall’inserimento di materiali incentivanti alla condotta anoressica, questi siti detengono una cruciale posizione nella lotta ai Disturbi del Comportamento Alimentare, poiché promuovendone lo stile definito come Filosofia di Ana, e sostenendo anche un implicito biasimo verso le terapie di cura motivano un attivo terrorismo verso il lavoro di prevenzione e verso lo stesso lavoro di terapia in soggetti in trattamento.
Diviene così molto importante una accurata conoscenza del fenomeno, per poterne in seguito approntare metodologie nuove, allo scopo di affrontare consapevolmente questa controcorrente e tentare, al meglio, di poterla addirittura prevenire. (...)