Citazione

“Ciò che è realmente inquietante non è che il mondo si trasformi in un completo dominio della tecnica. Di gran lunga più inquietante è che l’uomo non sia affatto preparato a questo radicale mutamento del mondo. Di gran lunga più inquietante è che non siamo ancora capaci di raggiungere, attraverso un pensiero meditante, un confronto adeguato con ciò che sta realmente emergendo nella nostra epoca.” (Heidegger)

venerdì 21 ottobre 2005

intervista - Vanity Fair

I siti pro ana,
di Mariangela Mianiti

Venity Fair “Quando la mente controlla i tuo corpo, le tue emozioni… è l’inizio della ricerca di una felicità malvagia e oscura ke però mi piace… mi piace soffrire per raggiungere prima o poi la felicità… spero”. Il suo motto è LikeABone, si firma Wannabeskinny, ma è italiana. E’ una delle tante ragazze che visitano siti Pro- Ana e hanno creato un blog, pagine personali dove poter incontrare altre come loro. Loro sono le nuove anoressiche, quelle che si nascondono e nel contempo cercano visibilità, giovani e giovanissime donne, a volte poco più che bambine, che non si dichiarano anoressiche ma Ana, che considerano la anoressia una patologia e Ana la sua antitesi. La differenza è sottile, ma pericolosa. Le Ana non si ritengono malate e nemmeno anoressiche, ma seguaci di un credo, di una filosofia. Perseguono un ideale; all’inizio è il desiderio di essere magre come le modelle, poi entrano in un delirio di dominio sul corpo. Si sentono una casta da cui escludono le altre, le taglie dalla 42 in su, le “balene” come le chiamano loro, si sentono distanti dalle altre e superiori anche alle bulimiche. Su internet, non è raro incontrare bulimiche che chiedono aiuto a ragazze ana per dimagrire. Un esempio: “Vi prego mi serve il vostro supporto, qualcuno che mi aiuti a non mollare, qualcuno che mi aiuti a raggiungere il corpo che sogno”. Sara le risponde: “E’ da poco che sono pro ana, sto tentando di fare fasting (digiuno) ma non riesco sempre… un po’ x le cene da amici un po’ xkè mi vengono dei mal di testa impressionanti… a te come va invece?”. Una risposta: “Ciao, anch’io sono agli esordi ed è davvero difficile… se vuoi ci possiamo dare una mano a vicenda”.--br--


Dei siti Pro Ana si è cominciato a parlare negli Stati Uniti circa cinque anni fa e subito è stato allarme, tanto è vero che molti sono stati chiusi. Ma è come tagliare una testa a un’idra, ne ricrescono altre sette. Da noi il fenomeno è recente e se ne sa poco. Agostino Giovannini, 25enne laureando in sociologia presso l’università di Parma, ha impostato la sua tesi proprio su questi siti. Ci ha lavorato un anno, incentivato anche dal dottor Umberto Nizzoli responsabile dell’usl e direttore del Sert di Reggio Emilia, un medico sensibile a tutti i fenomeni di dipendenza vecchi e nuovi e che gli ha commissionato una ricerca.


Giovannini, appassionato di internet, ha trovato decine di siti italiani Pro-Ana, alcuni dichiarati altri inconsapevoli perché magari parlano di salute, benessere, diete e quant’altro. Le pro ana si infilano nei forum, si cercano, si riconoscono, fanno gruppo. In un sito per teenagers che parla di amore, sesso, relazioni, moda, scuola, ogni sezione ha un forum. Entro in quello di alimentazione sportiva e sotto un titolo che dice “Io sono Pro-Ana” mi trovo in mezzo a dichiarazioni di questo genere: “Ciò che conta è essere magri, è triste come cosa ma è inutile nascondersi dietro moralismi… è così… purtroppo e ingiustamente è così”. Il dibattito si avvia. C’è chi scrive: “Io palleggio tra la bulimia e l’anoressia da tre anni”; e chi dà consigli come: “per dimagrire devi mangiare a ogni pasto poco e bene, bere molto e fare del movimento fisico. Così io ho perso 7 kg in 14 giorni” . Poi entra una visitatrice che mette in guardia dai pericoli, dice che è stata anoressica per cinque anni, esorta le altre a mettersi in discussione e scatena reazioni feroci come: “Senti ti togli di mezzo per favore nessuna ti ha interpellata!!!”. Molte implorano di segnalare siti Pro- Ana, chiedono disperatamente di entrare in contatto con altre adepte.


“Sono i forum il loro luogo di incontro privilegiato”, dice Giovannini “ma è difficilissimo entrare in contatto diretto con queste ragazze, ancor più difficile è conquistare la loro fiducia. Sono diffidenti, fanno molte domande, prima di confidarsi sottopongono la nuova arrivata a una sorta di test per capire se può entrare nel gruppo. Si scambiano mail, indirizzi blog, numeri di telefono A volte spariscono all’improvviso. Basta una frase, una parola che le insospettisce e il contatto è perso”.
Negli Stati Uniti i siti sono molto espliciti. Nei forum e nei blog le Pro-Ana si descrivono, raccontano nei dettagli la giornata, che cosa hanno mangiato ma soprattutto che cosa hanno fatto per non mangiare e perdere peso. Sono orgogliose di resistere, disprezzano quelle che non ce la fanno. Salvo poi cercare conforto e ascolto quando stanno male, quando sono in crisi, quando mangiano. Scrivono molto, amano raccontare i particolari dei propri gesti, le sensazioni, i pensieri. Sono ossessionate dal loro credo. Tessono una ragnatela, catturano adepte concedendo particolari e consigli. Leggerli è come farsi ipnotizzare, si sente che si scivola in un mondo altro dove conta quante volte si è riuscite a eliminare tutto ciò che si è ingerito, quanto ci si è purgate, quanto si è resistito a bere acqua piuttosto che a mangiare un craker. Si danno anche consigli su come non destare sospetti, il primo fra i quali è “Comportati come se non sapessi assolutamente niente di diete e di peso”. Si scambiano foto di donne famose: ho visto Cameron Diaz, Clarissa Flokhart, Kate Moss, ma anche immagini personali, o foto di modelle non note con scritto accanto: “Una delle mie ispiratrici”.


Scrivere maggiori dettagli si potrebbe, ma si è di fronte a una scelta e a un appello. I medici, gli psicologi e gli studiosi che curano i DCA (disturbi del comportamento alimentare) chiedono di non svelare troppi particolari per evitare di diffondere una moda e conoscenze dannose. Giovannini, nella sua ricerca ha trovato anche i dieci comandamenti delle Pro-Ana i primi due dei quali dicono: 1) Non essere magri vuol dire non essere attraenti; 2) Essere magri è molto più importante che essere sani.
Da qui si capisce che la molla che fa scattare tutto è il desiderio di piacere, di essere guardate, alla moda, desiderate. Si rendono invisibili per essere visibili. In un forum di un sito italiano una si dispera scrivendo: “Devo essere magra! Ho un sogno da tanti anni! VOGLIO FARE LA MODELLA ma col fisico che ho… 55kg. X 1.66. Voglio perdere almeno 5 kg se non di più. Ci ho provato in tutti i modi tranne uno! Questo è l’uniko che mi è rimasto”. Un’altra risponde: “Ci sono stati tempi che andavo a smaltire 2 carote … perché mi sentivo in colpa di averle mangiate... cmq penso che il nostro problema di fondo sia lo stesso, anche io ero molto grassa e cosi' sono dimagrita...non e' stato facile e ora ho paura che fare una vita normale mi faccia riprendere tutto con gli interessi. non sopporterei il dolore di ritornare grassa dopo tutto quello che ho passato...”. Quando riescono a digiunare a lungo, si esaltano e si scrivono, per esempio: “10 gg… record, di solito dopo 5 gg correvo a mangiare anke stavolta è successo, anzi 2… ma ho vomitato… spero solo che mia madre non se ne accorga; in realtà mangio solo un po’ di minestrone e due prugne mignon… eppure a me sembra di mangiare tantissimo. Stamattina ho fatto 30 min di cyclette ma dopo un bikkiere d’acqua i 3 etti persi sn stati ripresi.. e in + lo stomaco brontola. Ieri, ciliegina sulla torta, una mi fa “ke bel visino ke hai, certo bisognerebbe perdere qualche kg e poi sei a posto”… l’avrei voluta buttare sotto un bus, come si xmette?”.


Le statistiche dicono che l’anoressia sta coinvolgendo ragazze sempre più giovani, quasi bambine. E i siti sono lì, a disposizione di tutti. “La maggioranza delle ragazze che frequentano i siti Pro-Ana sembra siano minorenni. Se soffrono di semplici disturbi alimentari passeggeri legati all’età, incontrare altre ragazze che le incoraggiano può essere molto dannoso”, dice Giovannini. E se incontrano una Buddy, un’amica virtuale che le introduce in questo gioco, il rischio è che dimagrire diventi l’unico scopo della loro vita. A volte per entrare nella setta, perché di qualcosa di simile si tratta, non serve il web perché ci sono altri segnali. Giovannini racconta che l’ultima mania, arrivata dagli Usa, è quella del braccialetto. Sono braccialetti colorati che solo le Pro- Ana riconoscono. Ne portano due di colore diverso, uno per polso, quello che indica l’anoressia a sinistra, l’altro a destra. Se incontrano un’altra ragazza con gli stessi bracciali, basta che una sposti quello di destra a sinistra e il messaggio è lanciato. Se l’altra fa lo stesso gesto vuol dire che è del gruppo e che a quel punto possono parlare liberamente. Per non sentirsi fare la morale, per non essere giudicate, per non farsi controllare e tanto meno curare. Tanto loro non sono, o meglio non si ritengono, malate.

Tratto da: http://www.scrittisumisura.it/archivio/VanityFair.php?id=64