Citazione

“Ciò che è realmente inquietante non è che il mondo si trasformi in un completo dominio della tecnica. Di gran lunga più inquietante è che l’uomo non sia affatto preparato a questo radicale mutamento del mondo. Di gran lunga più inquietante è che non siamo ancora capaci di raggiungere, attraverso un pensiero meditante, un confronto adeguato con ciò che sta realmente emergendo nella nostra epoca.” (Heidegger)

lunedì 13 novembre 2006

Intervista/ Esplode la propaganda sul web

articolo di RedattoreSociale.it dopo un'intervista fattami da Elisabetta Proietti

Pesi 40 chili? Sei una balena, non ci puoi stare qui. Ti vuoi curare, stai seguendo una terapia
? Ti informiamo che da questo momento sei cancellata dal forum di discussione. Sono severi i parametri per poter frequentare i siti internet pro-Ana e pro-Mia, ormai realizzati in maniera numerosa anche in Italia, dove hanno cominciato a comparire negli anni 2002-2003, espansione di una tendenza diffusa negli States (sembrano nascere lì nel 1998-1999, per espandersi poi all’Europa toccando per prime Inghilterra, Francia e Spagna). Sono luoghi d’incontro virtuali dove personalità con disturbi della sfera del comportamento alimentare – disturbi che gli specialisti ascrivono alla sfera della psicopatologia, da non considerare come semplici e transitori atteggiamenti – si suggeriscono i sintomi della malattia, si sostengono nel perseverare a non mangiare e si scambiano metodi per riuscirci, si spronano l’un l’altra a rifuggire dalle terapie, rafforzano una identità di gruppo autolesionista e si riconoscono in un “movimento” (la filosofia di Ana, sorta di dea a cui le adepte si immolano) che ha come comune denominatore l’ossessione per il cibo.

L’adesione a Mia, la bulimia, che spinge a ingurgitare grosse quantità di cibo, è solo un passaggio: la meta ultima e l’ideale supremo è Ana, l’anoressia, è tra le sue braccia che tutte, anoressiche e sorelle bulimiche, sperano di restare e di arrivare. Su questi aspetti indaga una ricerca “in progess” di Agostino Giovannini, giovane ricercatore presso il Pasm, Programma aziendale salute mentale dell’Ausl di Reggio Emilia, il quale aveva affrontato l’argomento già durante il corso di laurea in Servizi sociali all’università di Parma. E’ una delle prime indagini in Italia e di certo avrà sviluppi ulteriori. Blog e forum. Spiega Giovannini che il primo sviluppo dei siti web pro anoressia è concomitante coi blog, diari on-line in cui molte ragazze (è noto che anche molti maschi sono toccati dalla patologia che rimane comunque nella maggior parte dei casi al femminile) dichiarano patologici obiettivi di dimagrimento, redigendo una sorta di diario sull’evoluzione del disturbo alimentare.


Successivamente si struttura il movimento pro-Ana con la nascita di Forum. Le pagine web sono caratterizzate da “materiali incentivanti” come i 10 comandamenti di Ana, l’elenco dei validi motivi per non mangiare, gli escamotage per non farsi scoprire e i trucchi per vomitare meglio, foto di modelle scheletriche, spesso foto ritoccate di belle ragazze ridotte a pelle e ossa. “una caratteristica di questi siti è l’impossibilità di monitorarne la nascita e l’evoluzione, a causa della velocità con cui vengono chiusi e ricreati, rendendo efficace ogni azione repressiva”, spiega ancora il ricercatore. La filosofia di Ana non comprende il concetto di malattia ma punta a proclamare uno stile di vita “alternativo”, anticonformista, dove si promuove l’obiettivo antibiologico della liberazione, totale, dalla dipendenza del cibo.

Lo strumento per arrivare a questo è un ambiente “da setta”. In alcuni dei siti web compare la simbologia del tempio e della fiaccola accesa, la grafica è spesso ben curata, con animazioni e non. Le foto sono sconfortanti: costole e volti emaciati predominano su tutto. Attenzione massima alla stampa che parla di loro: le ragazze commentano, spesso facendo appello allo “spirito di gruppo” , per tacciare di non conoscenza e ribadire la propria superiorità quasi ( e non vi è nulla di più falso) atarassica. L’utente tipo. La fascia di età compresa tra 13 e 23 anni, che manifesta sintomi restrittivi-anoressici; dai 20 ai 33 anni, con sintomi bulimici. Anche 45nni e 50enni navigano sui siti pro-Ana. Una signora bulimica scrive di aver trovato la figlia di 12 anni in bagno a vomitare e chiede alle altre del forum cosa fare. Il “credo Ana” e i 10 comandamenti. --br--


Ecco i “rinforzi” alla malattia che si possono trovare sui siti in questione. I 10 comandamenti:


1) Non essere magri vuol dire non essere attraenti
2) Essere magri è molto più importante che essere sani
3) Devi comprare vestiti, tagliarti i capelli, assumere lassativi, morire di fame, fare qualsiasi cosa per farti sembrare più magro
4) Non devi mangiare senza sentirti in colpa
5) Non devi mangiare cibo ingrassante senza autopunirti dopo
6) Devi contare le calorie e quindi restringerne l'assunzione
7) Quello che dice la bilancia è la cosa più importante
8) Perdere peso è bene/ prendere peso è male
9) Non puoi mai essere troppo magro
10) Essere magro e non mangiare sono simbolo di vera forza di volontà e successo


Il credo Ana: Credo nel CONTROLLO, unica forza ordinatrice del caos che altrimenti sarebbe la mia vita Credo che fino a quando sarò grasso resterò l'essere più disgustoso e inutile a questo mondo e non meriterò il tempo e l'attenzione di nessuno Credo negli sforzi, nei doveri e nelle autoimposizioni come assolute ed infrangibili leggi per determinare il mio comportamento quotidiano Credo nella PERFEZIONE, mia unica meta verso la quale rivolgere tutti i miei sforzi Credo nella bilancia come unico indicatore di successi e fallimenti Credo nell'Ana, mia unica filosofia e religione Credo nell'inferno, perché questo mondo me lo ha mostrato. Tra i trucchi per non mangiare: BEVI UN BICCHIERE D'ACQUA OGNI ORA (riempie lo stomaco e in più depura) GUARDA FOTO DI MODELLE E ATTRICI CHE TI SIANO DI ISPIRAZIONE, LAVATI SPESSO I DENTI ( oltre ad avere sempre l'alito fresco, ti passerà la voglia di sporcare una bocca appena lavata) MANGIA MOLTO LENTAMENTE (ci vuole sempre un po' prima che il tuo stomaco si renda conto di essere pieno), MASTICA E POI SPUTA TUTTO, PRENDI LE VITAMINE (eviterai stanchezza, mal di testa, tutti i problemi dovuti alla scarsa alimentazione) , NON MANGIARE NIENTE più GRANDE DEL TUO PALMO PESATI SPESSO, INDOSSA DEI JEANS MOLTO STRETTI (ti ricorderanno sempre che devi dimagrire) MENTRE MANGI, CAMMINA, AIUTATI CON SITI COME QUESTO, SEI EI TENTATO DAL CIBO CONTA FINO A 100, ASPETTA 20 MINUTI (vedrai che alla fine ti passerà), compra vestiti di due tagli in meno.

Come non destare sospetti:
1. Non parlare mai del tuo peso con nessuno. Comportati come se tu non sappia assolutamente niente di diete e peso.
2. Non lasciare che le persone notino come sono larghi i tuoi vestiti
3. Cerca di mangiare solo quando i tuoi familiari o amici sono con te (e usa il tempo in cui sei solo per non farlo)
4. Entra ed esci spesso dalla cucina. Questo darà l'idea che mangi
5. Lascia resti di cibo o piatti sporchi in giro (prepara qualcosa e buttalo via, gli altri penseranno che l'hai mangiato)
6. Portati sempre fuori qualche snack (facendoti vedere) e poi fuori buttalo via
7. A casa di' che mangi da un amico, all'amico di' che hai già mangiato a casa 8. Inventati delle allergie a certi cibi
9. Fingi un mal di pancia o cose così 1
0. Di' che sei stato invitato fuori a cena, poi vai a fare una passeggiata
11. Di' che mangi in camera tua, poi in camera tua butta tutto nel pattume (ricorda di portare via il pattume quando esci!!!)
12. Non parlare mai di cibo né di quanto sei insoddisfatto del tuo corpo davanti agli altri
13. Al ristorante fingi di non avere abbastanza soldi.


Un fenomeno pericoloso che interroga i servizi. Protezione e prevenzione, e abbassare il rischio di fuga dai servizi, sono gli scopi dell’Ausl di Reggio Emilia attraverso questa indagine, che ha avuto inizio nel 2004. Ma cosa devono leggere la società e i servizi in questo fenomeno? Secondo Giovannini “è presente una richiesta, anche se implicita”. Al di là del grido provocatorio contro la proibizione sociale di un dialogo quasi totalizzante sul sintomo patologico, le ragazze cercano contatti umani, danno elementi per far capire dove si trovano, dove abitano, tentano di farsi raggiungere anche fuori da internet.


Quindi non va visto come un fenomeno solo da reprimere ma “dovrebbe essere un’occasione di approfondimento: “Nel continuo fluire di messaggi, troviamo richieste di mutamento di linguaggi e di risposte, richieste di aggiornamento costante dei servizi offerti, da parte di un’utenza che muta col mutare dei tempi”. In particolare Giovannini vede qui la possibilità di gettare ponti per evitare l’incremento di questi pericolosi modi di auto-aiuto. Presso i servizi al fenomeno si dà poco peso secondo Giovannini, nella scala delle priorità non è molto in alto. “Lavorare su questo fronte significherebbe rivedere i vecchi protocolli e conoscere in maniera più approfondita il web”.


da Redattoresociale.it