Citazione

“Ciò che è realmente inquietante non è che il mondo si trasformi in un completo dominio della tecnica. Di gran lunga più inquietante è che l’uomo non sia affatto preparato a questo radicale mutamento del mondo. Di gran lunga più inquietante è che non siamo ancora capaci di raggiungere, attraverso un pensiero meditante, un confronto adeguato con ciò che sta realmente emergendo nella nostra epoca.” (Heidegger)

domenica 28 dicembre 2008

Albina perri - Magre da Morire


Albina Perri
MAGRE DA MORIRE
Aliberti editore

Centinaia di siti pro Ana
Un’indagine shock sull’anoressia in Rete
Conoscerla per vincerla

«C’è una dea che mi ha rubato corpo, cuore e anima,
c’è una dea che mi ha privato della carne
c’è una dea che rende il male bene,
c’è una dea che resta dentro per giorni, mesi, anni,
c’è una dea che fa dei bisogni privazioni
c’è una dea sconosciuta
eppure sembra di conoscerla da sempre,
questa è la dea Anoressia,
questa è fonte di dolore, morte, sofferenza
questo è il male di cui soffro».
«Quando sarai magra nessuno ti dirà più che sei un cesso. Quando sarai magra sarai felice».
È un rosario che sgranano nella testa, tutto il giorno, tutti i giorni, le ragazze anoressiche.
Il loro credo, la loro religione.
Un milione di adolescenti in Italia soffre di disturbi alimentari: troppe, perchè siano solo ragazzine annoiate e viziate. L’anoressia è una fissazione, un disturbo della mente che attacca il corpo, ma poi per alcune diventa anche un credo da condividere su Internet in centinaia di siti pro Ana, la chiamano così: in Rete si formano comunità di fisici martirizzati che si sostengono a vicenda, si danno consigli per non farsi scoprire, come in una setta segreta.
Il loro dio sono le modelle, così magre, così belle, così socialmente accettate, sempre davanti agli occhi in centinaia di foto con la scritta: «Voglio diventare così».
E gli stilisti che le vestono, e le fanno sfilare come se fossero le vere femmine, quelle più desiderabili e apprezzate, sono i sacerdoti di un mondo ideale, senza grasso e senza paure.
Un gioco di autostima e autodistruzione per le ragazzine.
Una responsabilità, per il mondo della moda, che firma appelli contro l’anoressia, ma poi continua a scegliere modelle di carta velina, corpi come appendiabiti, ossa e plissé che traballano in passerella.
Albina Perri (classe 1973) è una giornalista professionista di Milano. Caposervizio delle cronache italiane di «Libero», oggi gestisce il sito del quotidiano diretto da Vittorio Feltri. Ha collaborato con i mensili«Class» e «Men’s Health», e ha lavorato al settimanale «Il Borghese».

sabato 20 settembre 2008

EVIDENTEMENTE MAGRE - INCONTRO FORMATIVO





29 settembre 2008 ore 21 incontro
"Evidentemente magre"

interverrò sul fenomeno Pro Anoressia, nell'ambito del ciclo di incontri:


LA CITTA’ SOFFERENTE,
Le forme del disagio contemporaneo

Salone Circolo Paradisi, Via Paradisi 11, Vignola - Modena

l'incontro è sponsorizzato dal Circolo Paradisi


martedì 22 luglio 2008

"QUOD ME NUTRIT ME DESTRUIT”

Gli studenti rimangono sempre una fonte di immensa di soddisfazione.. Pubblico qui un'intervista fattami da una neo-laureata: la Dottoressa Elena DellePiane, nel corso della sua interessante Tesi di Laurea.
Perdonate se sono diretto e semplificativo nel discorrere, ma l'obiettivo non è più usare grossi discorsi, quanto fare capire il più possibile, spesso operando una semplificazione, anche opinabile, in ciò che di semplice non ha nulla..
“Quod me nutrit me destruit”
INCHIESTA SUI MEDIA E I DISTURBI DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE
Capitolo 5 "La Parola all'Esperto" (leggilo cliccando Qui)

venerdì 30 maggio 2008

Inquietante non esser preparati

una laureanda in Psicologia mi inoltra, cortesemente, questa istruttiva citazione che ben si adatta alle mie visioni delle devianze web e del fenomeno Pro Anorexia:

“Ciò che è realmente inquietante non è che il mondo si trasformi in un completo dominio della tecnica. Di gran lunga più inquietante è che l’uomo non sia affatto preparato a questo radicale mutamento del mondo. Di gran lunga più inquietante è che non siamo ancora capaci di raggiungere, attraverso un pensiero meditante, un confronto adeguato con ciò che sta realmente emergendo nella nostra epoca.”


(Heidegger)


venerdì 11 aprile 2008

Pro Anoressia: riflessioni sull’inconsapevolezza presente e futura

Dr. Agostino Giovannini

Sono passati anni da quando fui scopritore, in Italia, del fenomeno web Pro Anoressia; eppure quando se ne parla ci troviamo ancora di fronte ad un muro di inconsapevolezza. Nel 2004, epoca in cui svolsi la prima ricerca scientifica italiana sul fenomeno Pro Ana, con la collaborazione del Prof U.Nizzoli, all’Az.Usl di Reggio Emilia (Pro Ana e Ricerca AUSL - anno nel quale in periodico specialistico Personalità/Dipendenze della Mucchi Editore decantò la pubblicazione del primo articolo, scientifico, sull’argomento) il fenomeno ebbe un rilevante scalpore mediatico, dalle Tv ai giornali, alle radio al Web, il fenomeno dilagò come materiale di “curiosità”, ovunque. Ricordo con compiacimento come per lungo tempo, sui motori di ricerca principali, potevo vantare prime pagine interamente composte dai link dei miei articoli (web) sull’argomento, capofila di moltissimi altri non miei – la mia scelta di scrivere principalmente sul web è derivata proprio dal territorio oggetto delle indagini. Se ne parlò molto, e nel 2006 fu promulgato il fascicolo, finale, con i dati emersi dalle nostre ricerche; la prima e ad oggi l’unica approfondita.

Avvenne ancora un breve interesse mediatico, poi l’interesse terminò per riproporsi qualche mese prima dell’estate e ri-terminare, in poco tempo.Ancora oggi, molti studenti laureandi mi contattano chiedendomi informazioni, per tesi di laurea, su un fenomeno che, mi dicono, hanno scoperto poche settimane prima.. La nostra condizione politico-sanitaria non ha certamente contribuito al progredire degli studi scientifici sull’argomento, la mancanza di fondi economici ha sicuramente imposto scelte dolorose e forse obbligate, ma di fatto il Pro Ana non è rimasto a guardare impassibile!
(vd. Anoressia e Pro Anoressia)

Il mio primo contatto fu di shock; ma lentamente, l’analisi ACRITICA del fenomeno rilevò elementi molto più profondi, elementi che non potevano essere curati con una chirurgia dei comportamenti devianti (censura), ne compresi in pochi giorni di indagine. Più ottenevo comprensione del fenomeno, più ero portato a vederne i lati (paradossalmente) non del tutto negativi: sia però ben chiaro (!) che per me il Pro Anoressia non è un fenomeno positivo e salutare, tutt’altro, ma è un’evidente espressione ed un grido gruppale di aiuto, nuovo, una richiesta implicita di un aggiornamento, sociale e dei servizi, che non dovrebbe essere ignorata a questo livello. E proprio su questo punto, l’informazione, l’attenzione, l’aggiornamento dei servizi e dell’offerta terapeutica ad un utenza che cambia con una spaventosa velocità, è stata la più importante conclusione tratta dal tavolo di riflessione che, condotto da me e il prof. U.Nizzoli, ha fornito la multi-disciplinarità alla valutazione dei risultati.

Pur senza fondi, con l’aiuto prezioso di Nizzoli, ho proseguito a monitorare il fenomeno e ho visto, come avevo preventivato, il veloce e costante mutamento, e il crescere del rischio che, senza interventi efficienti (e non palliativi), di aggravamento.

Accade poi, che dal 2007 la censura tanto invocata dalle persone (pur giustamente) spaventate, approda in alcuni stati europei, come ad esempio la Spagna, dove si chiudono siti web Pro Anoressia in gran numero, e dove a dover chiudere sono anche siti Web dati alla luce per mano di persone di rilievo mass-mediatico (star del cinema e della moda). La censura è certamente uno strumento talvolta adeguato, soprattutto se il riferimento che calamita l’attenzione è anche amplificato da un personaggio che desta l’ammirazione di molti giovani (nelle fasce più a rischio: 12-25 anni almeno), ma è un’arma a doppio taglio. In Italia, ad esempio, dove fortunatamente il fenomeno Pro Ana si svolge in una modalità, ancora, in parte differente dal resto del mondo, e quindi mancano calamite medianiche che attraggono allo stile di vita negativo e deviante, la censura è un farmaco che può causare più effetti collaterali che benefici. Ho scritto molto, soprattutto sulla facilità di decesso e rinascita costante dei forum Pro Ana che ho potuto studiare: nascevano velocemente, duravano pochi mesi, poi venivano, senza una precisa motivazione, cancellati dal portale stesso che li ospitava; il giorno seguente raddoppiavano!

Insufficiente questa analisi, a farmi temere il pericolo della censura, ho scritto poco, poiché manco ancora di un buon numero di dati utili per confermare o disconfermare tali mie teorie, sul fatto che il pericolo peggiore del Pro Anoressia (che esiste sia nel Web che nel mondo reale, ormai) non è il perpetuarsi indisturbato nella rete, ma la sua costante propensione all’evoluzione.

Quanto viene urlato in questi spazi, quanto vi accade, quanto vi si dice e vi segue (imp: non ho mai fornito link di siti pro anoressia o esposto materiale sensibile, per rispetto del dolore di chi aderisce al fenomeno), è fonte di apprendimento ed è una grande costellazione di strumenti che se, rivisti e forniti in contesti protetti, possono ridurre non soltanto la moltiplicazione del fenomeno Pro Ana, ma anche prevenirlo e limitare le temute evoluzioni (Pro Ana: un Gruppo dei Pari?), e la creazioni di fenomeni affini (timori ai quali, purtroppo, stiamo già assistendo da tempo).

Nella prima indagine ho potuto studiare forum e blog aderenti alla Filosofia di Ana (vd. Pro Ana: Tra Anoressia E Filosofia), si trattava ancora di siti web al limite del sorreggersi a vicenda e del pericoloso narcisismo patologico; oggi invece scorgo Blog (che all’epoca erano il fenomeno meno gravoso e quindi mere richieste di aiuto) che si rendono privati e nascosti, esattamente come tempo prima facevano i forum, valicando gradualmente il limite del pericolo; luoghi virtuali dove le aderenti procedono in un processo anoressico: desiderano e cercano (ovviamente invano, ma peggiorando notevolmente il già gravoso stato di salute psico-fisica) di trasformazioni da bulimie in anoressie.L’Italia comprende soprattutto un popolo Pro Anoressia Web al 90% circa di Bulimie (le forme anoressiche restano tali anche, spesso, nei dibattiti, rendendo meno appetibili per le lettrici i loro spazi); così il fenomeno Pro Mia che dilaga negli USA, in Italia si auto-definisce Pro Ana.La gravosità odierna si rileva anche nella, maggiore, difficoltà che abbiamo nel reperire i VERI siti web Pro Anoressia (ben diversi dai blog di facile raggiungimento). E va bene ricordato che, come dimostrato dalla ricerca Ausl sul Fenomeno Pro Anoressia (2004/2005), uno dei maggiori strumenti di accesso alla rete delle Adepte di Ana è il canonico passa-parola. Ovviamente non sono facilmente rintracciabili dagli studiosi, ma, al contrario, sono facilmente rintracciabili da chi soffre già di un Disturbo del Comportamento Alimentare, che poi ha facoltà di accedere valicando la severa selezione della gestione, che si protegge dalle invasioni esterne.L’aggravarsi di un disturbo già presente in questo mondo sconosciuto è un pericolo incalcolabile, quanto lo è il rischio emulativo di disturbi similari. Incalcolabili, oggi, sono anche le conseguenze dirette ed indirette sulle utenze in cura e non..
Per concludere la mia riflessione, mi sento di rinnovare gli inviti, ai servizi, alle dirigenze dei servizi e delle politiche socio-sanitarie, di non sottovalutare oltre il fenomeno, prima che sia troppo tardi da affrontare con efficacia, di osservarlo, non con la semplicità di una chirurgia che propende a ben più complicati rischi per l’utenza attuale e potenziale; invito inoltre a investire seriamente nello studio e nella ricerca (più di quanto pare si stia facendo, o io stesso abbia potuto fare) e non attendere studi esteri, poiché per quanto egregia siano, il fenomeno italiano ha peculiarità che non aderiscono ad altri lochi geografici; insomma per ottenere risultati è necessario uno studio approfondito e determinate e urgente, che tralasci i desideri inadatti di soluzioni veloci e facili.


(Tratto da: www.sostanze.info)